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Nascita e rinascita: riflessioni al tempo della pandemia

Cari amici, mi trovo a scrivere il consueto articolo dei seminari filosofici dopo 11 mesi di pandemia con il lockdown, prima totale, poi parziale e attualmente “a zone a colori” per la seconda ondata.
Si dice che quando finirà la pandemia non si tornerà più come prima, saranno cambiate le nostre abitudini, sarà cambiato il nostro modo di lavorare; ciò implica una trasformazione non necessariamente negativa che possiamo definire come una nuova nascita.
La nascita e la rinascita, tema della discussione di quest’anno, si possono individuare a livello individuale e a livello di collettività. La vita è un divenire, “tutto scorre”, come suggerisce la filosofia di Eraclito; stiamo per archiviare un anno in cui abbiamo visto crollare le nostre certezze, abbiamo visto la morte vicina ma tutto scorre e va verso un futuro a noi sconosciuto.
La nascita a livello psico-fisico è la crescita e la scoperta. Possiamo pensare alla crescita di un bambino/a che diventa adolescente e poi uomo/donna. C’è l’entusiasmo delle nuove esperienze, nuove amicizie; le nozioni apprese dagli studi e dal lavoro ci aprono a mondi nuove, a terre inesplorate. Molti hanno l’emozione dell’amore e la responsabilità della creazione di una famiglia. E’ il momento di voler “cambiare il mondo”, in meglio ovviamente. E’ come un paesaggio dove vediamo la luce dell’aurora che diventa alba e poi mattino. I colori sono smaglianti, ogni cosa è spendente.

Poi arriva la disillusione, i problemi oggettivi dovuti ad eventi esterni, problemi di lavoro, la perdita di un amico o di un genitore, una guerra, pandemia. A livello sentimentale ci sono le prime delusioni, le separazioni, a volte irreversibili. Il paesaggio diventa grigio, pieno di nuvole ed ombre. Arriva la morte spirituale, la strada è senza uscita e ciò obbliga un cambio di rotta duro ma necessario.

Da qui la rinascita, la nuova vita. Il prezzo è alto, bisogna rompere con il passato; qualcuno non ce la fa e va in depressione. La rinascita infatti implica una grande forza di volontà che non tutti hanno, è la sfida al nuovo ed il pensiero di farcela deve dominare la paura di sbagliare.
A livello collettivo la rinascita arriva dopo una grande guerra o una pandemia, tutti partecipano alla ricostruzione della società.
A livello individuale la rinascita significa un nuovo lavoro, una nuova casa, una nuova storia sentimentale.
La nostra generazione ha vissuto e sta vivendo un periodo di privazioni e traumi e si affida alla resilienza.
Concludo dicendo che dobbiamo credere alla rinascita, individuale e collettiva, per poter tornare a disegnare o immaginare quel paesaggio pieno di luce e colori che ci fa ancora meravigliare delle bellezze della vita.

Sergio Maccari
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