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Olimpiadi del Brasile: un’occasione per riflettere sull’umanità

Ho seguito l’inaugurazione delle olimpiadi di Rio de Janeiro, erano le 1.00 di notte del 6 agosto, le 20.00 ora locale. Allo stadio Maracanà c’erano gli atleti di tutto il mondo, di tutte le razze, c’era l’umanità. Ogni quattro anni, a partire dalla prima olimpiade dell’era moderna di Atene del 1896 ideata dal barone de Coubertin, i popoli si incontrano per “una sana competizione”, come ha detto Papa Francesco. Dalla prima edizione ad oggi il mondo è profondamente cambiato, siamo già nella fantascienza se pensiamo a come si viveva poco più di un secolo fa. Eppure penso che l’umanità non sia cambiata perché i pensieri, le aspirazioni, gli interrogativi dell’uomo rimangono in quella straordinaria e a volte enigmatica avventura della vita.
L’umanità vuole la pace.
Ho visto la squadra dei rifugiati, atleti che sono scappati dalla guerra, fasi storiche della propria Nazione dove l’idea di superuomo, per amore di se stesso, degenera nell’annientamento dell’altro. Gli atleti, metafora dell’umanità, vogliono affermarsi seguendo regole giuste che rispettano se stessi e gli altri. Un mondo senza regole è contro l’umanità, genera corruzione e soprusi di ogni tipo.
L’umanità è alla ricerca della felicità.
E’ luogo comune che il popolo brasiliano sia un popolo allegro ma anche povero. Il Brasile è saudade – malinconia ed allegria. Quanto costa la felicità? Forse non si vende né si compra, forse si regala con l’allegria, con un sorriso. Ho visto i ballerini del grande spettacolo dell’inaugurazione con luci e colori, ho visto gruppi di ballerini di samba, ho visto l’allegria tra gli atleti di tutto il mondo.
L’umanità comunica con strumenti universali.
L’umanità si esprime regalando emozioni con l’arte nelle sue forme più diverse: musica, danza, pittura, architettura. Il Brasile nel campo musicale è conosciuto per la bossa nova. Nella notte del 6 agosto ho potuto ascoltare i maggiori successi musicali brasiliani tra cui la famosa ‘Garota de Ipanema’ di Jobim.
L’umanità realizza il futuro.
L’uomo, l’atleta, gareggia per raggiungere un nuovo record con la consapevolezza che i limiti del presente si possono abbattere per realizzare un futuro che diventerà poi il nuovo presente.
L’umanità è alla ricerca di Dio.
Ho visto la statua del Corcovado del Cristo Rendentore illuminata. Gli atleti che hanno sfilato in quella serata hanno un rapporto con Dio che si realizza tramite diverse religioni. Non si può svuotare la religione del suo significato più profondo perché si rischia di farla diventare uno strumento per manipolare l’umanità, potrebbe diventare l’oppio dei popoli.
Concludo dicendo che il grande spettacolo delle olimpiadi ci ha lasciato questo messaggio: noi, minuscole componenti dell’umanità, dobbiamo credere nei valori più sani e provare a vincere le nostre sfide come gli atleti che hanno sfilato il 6 agosto al grande stadio Maracanà di Rio de Janeiro.
Sergio Maccari
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