SANT'ABELARDO

FEDE E RAGIONE Per Sant’Abelardo ha senso solo una fede sostenuta da una ricerca razionale autonoma ed è impossibile credere senza capire.
IL PROBLEMA DEGLI UNIVERSALI Trattando degli universali, cioè di quei predicati che si possono attribuire a più soggetti, Abelardo sostiene l’impossibilità di affermare che essi siano cose perché la res è sempre singolare e quindi non si può predicare di più cose. Perciò si può attribuire l’universalità solo alle parole assunte nella loro funzione logica che possiede significato universale. Per Sant’Abelardo solo Dio conosce perfettamente le cose poiché le ha create e all’uomo resta la possibilità di coglierne il significato, astraendo le proprietà comuni del loro status. In altri termini gli universali non sono cose poiché esistono solo nell’intelletto ma si riferiscono sempre a cose reali. Essi sono corporei quanto al mezzo espressivo (le parole pronunciate) ma incorporei quanto al significato.
L’ETICA Sant’Abelardo distingue tra vizio dell’anima, peccato ed azione cattiva. Il vizio dell’anima consiste nelle inclinazioni sensibili e naturali al peccato. Il peccato si produce solo con il consenso intenzionale dato dall’inclinazione sensibile. L’azione cattiva può essere indipendente dal peccato come nel caso di un risultato di un’azione non realmente voluta.
Bibliografia: PERONE-FERRETTI-CIANCIO “STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO”
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