ALCIBIADE PRIMO / ALCIBIADE SECONDO

Alcibiade è un giovane appena maggiorenne, alla vigilia del suo esordio nella vita politica di Atene. Alcibiade vuole consigliare gli Ateniesi sulla guerra, cioè quando farla e quando non farla. Per Socrate ciò non è possibile poiché egli non conosce nozioni come il giusto o il meglio, fondamento della vita politica. Socrate esorta Alcibiade a spiegargli la differenza tra utile e giusto. Per Alcibiade il giusto è anche utile dal momento che la cosa più importante nella vita è il vivere bene e che ciò è possibile solo essendo giusto. Ma ciò contrasta con quanto è stato da lui stesso affermato in precedenza. Perciò ad Alcibiade non resta che ammettere la propria ignoranza e presunzione.
Socrate incontra Alcibiade che va a pregare e gli domanda se stia meditando su cosa sia meglio domandare alle divinità. Alcibiade afferma che è necessaria molta prudenza per evitare di chiedere, senza volerlo, dei mali pensando che siano beni. A tale proposito Socrate narra una storia relativa ad una battaglia tra Ateniesi e Spartani. Sconfitti varie volte sul campo, gli Ateniesi mandarono un messo all’oracolo di Ammone per sapere il motivo di tanti favori al nemico, che mai si era prodigato in preghiere e sacrifici. La risposta fu che gli dèi preferivano la sommessa devozione dei Lacedemoni alle eccessive celebrazioni degli Ateniesi. Infatti le divinità non si fanno corrompere dai doni e dallo sfarzo ma guardano piuttosto al cuore degli uomini, conoscendone la natura e i sentimenti.
BIBLIOGRAFIA -WIKIPEDIA
PLATONE - DIALOGO1       PLATONE - DIALOGO2