NICOLA CUSANO

Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464
Cusano afferma che tutta la sapienza umana è una “dotta ignoranza” rispetto all’essenza del divino. Infatti l’uomo può conoscere solo ciò che è finito procedendo da ciò che è già noto a ciò che ancora non lo è. L’infinità di Dio però sfugge a qualsiasi umano concetto. In quanto infinito, Dio contiene in sé sia il massimo (la totalità) che il minimo. In Lui coincidono la parte e il tutto nel senso che tutte le cose sono in Dio e Dio si esplica in tutte le cose. In Dio tutto è centro e periferia e gli opposti si fondono (coincidentia oppositorum). Noi possiamo dire di Dio solo ciò che egli non è (teologia negativa). Compito dell’uomo riguardo alla conoscenza è l’esercizio della ragione, pur nella consapevolezza dei suoi limiti. Dal concetto di infinito derivano alcune conseguenze cosmologiche che anticipano Copernico e Galilei. In particolare per Cusano non ha senso definire finito l’universo e assegnargli un centro nella Terra. Da ciò deriva che la Terra non è immobile.
Bibliografia: PERONE-FERRETTI-CIANCIO “STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO”
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