GIOVANNI CALVINO

Noyon, 10 luglio 1509 – Ginevra, 27 maggio 1564
Per Calvino, aderente alla Riforma luterana, la comunità cristiana deve essere organizzata con rigida disciplina, senza tolleranza per chi non accetta la fede evangelica. Calvino esige l’attuazione pratica della fede non solo nella vita privata ma anche in quella pubblica, richiedendo l’intervento dello Stato nella diffusione del Vangelo e insegnando una resistenza contro il potere politico ove questo neghi il suo appoggio alla riforma da lui predicata. Le guerre di religione dell’Occidente sono ispirate dalle idee calviniste. Calvino sostiene una dottrina della Provvidenza rigorosamente deterministica che ha il suo culmine nella teoria della predestinazione. L’Universo è governato da una Provvidenza deterministica che guida anche i cuori degli uomini e non si ferma neppure di fronte al male. Esso è permesso da Dio e da lui positivamente voluto. Tuttavia Dio fa il male per trarne da esso il bene per cui non resta intaccato dalla colpa che invece ricade solo sui peccatori, che fanno il male con cattiva intenzione. La sua dottrina della predestinazione prevede che gli uomini giungano alla salvezza o alla dannazione indipendentemente da ogni loro merito. Di fronte a coloro che considerano ingiusta la condanna alla perdizione di ogni uomo indipendentemente da ogni suo libero atto e addirittura il positivo indurimento del cuore umano da parte di Dio affinché egli faccia il male, Calvino declina al mistero insondabile del divino consiglio, che l’uomo in nessun modo può penetrare e alla sovrana gloria di Dio che da tale insondabile mistero promana.
Bibliografia: PERONE-FERRETTI-CIANCIO “STORIA DEL PENSIERO FILOSOFICO”
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